Rosalía Lux: Un Viaggio Visionario tra Sacro e Modernità
- danymusic

- 4 giorni fa
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“LUX” nasce dall’incontro tra due mondi apparentemente opposti: la solennità delle grandi tradizioni musicali e l’energia audace della contemporaneità. Rosalía si muove con naturalezza tra questi estremi, costruendo un ponte tra la raffinatezza di secoli di storia sonora e la vitalità di un presente in continua trasformazione. La sua musica è il risultato di un percorso fatto di studio meticoloso e di una costante voglia di rompere gli schemi, dove la disciplina si intreccia con l’istinto creativo. In questo album, ogni traccia diventa il terreno
di un dialogo acceso tra passato e futuro, tra regole e libertà, dando vita a un’opera che sorprende e affascina proprio per la sua capacità di unire mondi diversi in un’unica, potente visione artistica.
Il Manifesto Sonoro: “Berghain” e la Rivoluzione Barocca
Se “Motomami” era un mosaico contemporaneo, “LUX” si erge come una costruzione monumentale. Il singolo d’esordio, “Berghain”, rappresenta sia una dichiarazione d’intenti che un raffinato gioco intellettuale. Il titolo richiama la celebre discoteca berlinese, ma la musica si muove su tutt’altri binari: qui dominano le influenze di Bach e Vivaldi. La London Symphony Orchestra non si limita a fare da sfondo, ma diventa protagonista, con archi che evocano la Ciaccona di Bach e una tensione armonica che si fa quasi insostenibile. L’introduzione si chiude con un rubato audace, che rompe gli schemi della produzione digitale e mette in mostra una padronanza tecnica fuori dal comune. Eppure, Rosalía inserisce elementi moderni e tagli elettronici che danno nuova linfa al brano, fondendo Mozart e Bach con un’attitudine contemporanea.
L’Artista e la Ricerca Mistica
“LUX” non si limita a citare la tradizione. Rosalía, forte di una formazione classica e di studi approfonditi, costruisce un progetto che si nutre di riferimenti profondi, dalle visioni di Ildegarda di Bingen ai pensieri di Simone Weil. L’album si trasforma così in un percorso di scoperta, dove l’artista si fa tramite di qualcosa di più grande. In “Berghain”, un coro tedesco intona versi che parlano di unione e condivisione, evocando sia la mistica che la passione terrena. L’ispirazione visiva rimanda all’Estasi di Santa Teresa, sospesa tra dolore e piacere spirituale.
Questa tensione si riflette in tutto il disco, che diventa una ricerca di senso e identità. In “Sexo, Violencia, y Llantas”, Rosalía canta il desiderio di vivere tra due mondi, mentre in “Reliquia” affronta il tema della perdita e della generosità emotiva. “Focu ’ranni” è invece un inno all’autonomia e alla libertà personale.
Collaborazioni come Voci Profetiche
Ogni collaborazione nell’album assume un significato preciso. Björk, con la sua frase sulla salvezza attraverso l’intervento divino, incarna il cuore concettuale del disco: l’abbandono a una forza superiore, che sia amore, ispirazione o arte. Yves Tumor, con il suo intervento finale, rappresenta la voce che irrompe e trasforma, mentre Yahritza, in “La Perla”, accompagna Rosalía in una lotta contro le illusioni e le ferite emotive.
Il Culmine e il Saluto Finale
Il punto più alto del disco è “Divinize”, dove Rosalía si mette a nudo tra archi scintillanti e cambi di lingua, accettando la propria vocazione a elevarsi e sacrificarsi. L’album si chiude con “Magnolias”, una ballata malinconica in cui l’artista immagina il proprio ritorno alle stelle, in un ciclo di rinascita e addio.
Conclusione: Un’Esperienza che Trasforma
“LUX” non si limita a essere una semplice raccolta di brani: si presenta come un’esperienza artistica a tutto tondo, dove barocco, flamenco, pop e suggestioni spirituali si intrecciano in modo inedito. Rosalía, forte di un percorso musicale variegato, dà vita a una nuova grammatica sonora che abbraccia contrasti e dualità: il sacro si mescola al terreno, la disciplina incontra la ribellione, l’espressione personale si fonde con la voce collettiva. Proprio come la luce che ispira il titolo, ogni sfumatura trova il suo posto in un equilibrio vibrante. Alla fine dell’ascolto, una delicata meraviglia rimane sospesa, come se si fosse appena scoperto un paesaggio sonoro sconosciuto e irripetibile.





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